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Quel sottile confine

Tante volte mi sembra che tutto questo sia solo un sogno, o un incubo. E non solo quando mi risveglio al mattino e non voglio tornare a questa realtà, ma anche in tanti momenti della giornata, in cui tutto sembra così normale, in cui non avverto alcun pericolo.

Ma il confine è davvero sottile, e basta un attimo per entrare in una zona sconosciuta e farsi prendere dal terrore.

Mi è successo circa una settimana fa, un lunedì alle 6 di mattina: Daniele mi dice che ha 38 di febbre. Cerco di riaddormentarmi ma non ci riesco. Sono sicura che ce l'abbia, penso a come organizzare la casa e la nostra vita. Cosa abbiamo sbagliato? Siamo usciti troppo? Non abbiamo lavato abbastanza bene le mani ai bambini?

Alle 8 di mattina la casa è già diversa, ci sono 2 stanze in meno: Daniele è isolato in camera nostra, e ha un bagno solo per lui. Ho recuperato nello stanzino una pattumiera a pedali, ho le mascherine e i guanti per entrare in camera sua. Cerco di capire cosa manca in casa: c'è abbastanza alcol? Abbiamo da mangiare per i prossimi giorni?

I bambini ci mettono un po' a capire che non devono entrare nella sua stanza.

I nostri medici di base non si esprimono molto, a me la sostituta dice di fare scorte.

Sono presa dall'angoscia: e se si aggravasse? E se mi ammalassi anche io? Come faremmo con Alba e Diego? Io posso davvero uscire per fare la spesa?

Grande senso di solitudine, perché oltre alle preoccupazioni materiali ci sono quelle di reggere psicologicamente, di far sembrare abbastanza normale la situazione ai bambini.

Giorno dopo giorno la situazione si normalizza, Daniele non si ammala, forse è stata solo stanchezza. Ma in quei momenti ho pensato che avevamo perso tutto, che la nostra vita era in pericolo.

E dunque sempre questo sottile confine che ci accompagna, tra normalità ed emergenza, tra salute e malattia, tra buon senso ed eccesso, tra equilibrio e ansia.

Il confine è l'incertezza quotidiana, la compagna della nostra vita con cui dobbiamo imparare a convivere. Da un momento all'altro tutto può cambiare.

Oggi è Pasqua, una festa che mi è sempre piaciuta perché sa di rinascita e primavera e speranza. Mi affido alla luce, al sole, ai fiori, al canto delle rondini in città, ai sorrisi delle persone, ai messaggi di auguri, alle cose buone. Alla solidarietà e all'umanità che c'è in questi giorni, che ci fa sentire uniti.

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